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Le tipologie di Whisky e Whiskey - Parte 2

Le tipologie di Whisky e Whiskey - Parte 2

Come avevamo accennato nella prima parte, in Scozia esiste il Whisky chiamato anche Scotch. Invece quello distillato in Irlanda è l’Irish Whiskey. Nel resto del mondo, come in Canada oppure negli Stati Uniti, viene comunemente utilizzato il nome Whiskey. Come vedremo in seguito anche in Giappone viene denominato Whisky.

 Whisky Scozzese – lo Scotch
Lo Scotch viene distillato e invecchiato esclusivamente in Scozia per almeno 3 anni, non può contenere additivi e deve avere una gradazione alcoolica di almeno 43%. Esistono diverse tipologie di Whisky:
-         Blended (misto), realizzato dalla miscela di Grain Whisky (senza orzo maltato) e di Malt Whisky (orzo maltato proveniente da più distillerie). Gli anni in etichetta, seconda la legislazione scozzese, fanno riferimento alla parte più giovane della miscela.
-         Grain Whisky, sono i whisky ai cereali, realizzati con una miscela di orzo e granturco.
-         Single Malt Scotch Whisky, realizzato solo con orzo maltato, di una singola distilleria. Può contenere una miscela di malti e come per il blended, in etichetta verrà evidenziato il più giovane. Il risultato è uno scotch corposo e di grande complessità. Può essere Single Cask (prodotto in un’unica botte) e il NAS (single malt non invecchiato) ma che ha comunque almeno 3 anni secondo la legislazione scozzese.

La zona di produzione del whisky ha un’enorme influenza sul sapore del whisky. Influisce il clima, la presenza di torba, dell’acqua nell’area circostante ecc.
La Scozia viene suddivisa in cinque regioni specializzate nella produzione di whisky:



Campbeltown
, si tratta di una piccola regione sulla punta di una penisola tra Arran, Islay e l’Irlanda del Nord. La caratteristica fondamentale è l’unicità dei malti i quali sprigionano sentori olfattivi di sale, dolcezza e fumo. Il sapore è caratterizzato dalle note fruttate e vanigliate. Le distillerie presenti in questa regione sono Springbank, Glen Scotia e Glengyle.

Highlands, copre la maggior parte della terraferma scozzese a nord di Glasgow e Edimburgo caratterizzata da altopiani ricoperti di erica. I single malt prodotti in questa regione possono essere diversi, trattandosi di un territorio ampio che a sua volta viene suddiviso in sottozone. Tendenzialmente i single malt prodotti sono pocomediamente torbati, vibranti ed eleganti, con note fruttate, di erica e un tocco di speziato finale. Chiamiamoli leggeri e “facili”. Le distillerie più famose in questa regione sono Edradour, Dalmore, Teaninich, Oban, Dalwhinnie, Glenmorangie e Ardmore.

Islay, la regione più meridionale e più esposta delle Ebridi interne della Scozia. È caratterizzata da un territorio decisamente aspro, perennemente ventilato e salmastro grazie all’oceano che la circonda. Le distillerie più famose presente in questa regione sono: Laphroig, Lagavulin, Caol Ila, Bunnahabhain, Bowmore, Bruichladdich, Ardbeg, Kilchoman ecc. Queste distillerie producono whisky forti e decisi, corposi e torbati, complessi e ricchi di salinità.

Lowlands, è la regione più popolata di tutta la Scozia, caratterizzato da lunghe distese più o meno pianeggianti, senza montagna o cascata. Il perfetto posto per la coltivazione dei cereali. Le distillerie presenti sono Bladnoch, Auchentoshan e Glenkinchie. Realizzano whisky freschi, eleganti, floreali ed eleganti. Solitamente le note affumicate sono appena accennate.

Speyside
, è la regione dove si trovano la maggior parte delle distillerie della Scozia. Il nome deriva dal fiume che suddivide il territorio in due parti. È caratterizzata da un territorio molto fertile e le distillerie più famose presenti sono Macallan, Glen Elgin, The Balvenie, Glenfiddich, Glenlivet, Glenfarclas e The Balvenie.


Whiskey Irlandese – Irish Whiskey
Come abbiamo detto anche in precedenza, la differenza non è solamente nella grammatica. La differenza consiste nelle fasi della produzione e di conseguenza anche nel prodotto finale.
I produttori Irlandesi, possedendo grandi giacimenti di torba, usano il carbone nel processo di maltazione e spesso utilizzano l’orzo non maltato. Qui, il prodotto finale può essere miscelato con distillati di altri cereali donando un corpo più leggero. Una nota importante è anche la distillazione che avviene 3 volte e l’invecchiamento che non può essere inferiore a 5 anni.
Il risultato si traduce in un prodotto finale dal malto rotondo, morbido, con una nota profumata dell’orzo e di frutta.

Whiskey Americano – Il Bourbon – Tennesse – Rye Whiskey
Il Whiskey più famoso in America è il Bourbon, nome che deriva della contea del Kentucky, nel quale nasce. Viene realizzato da una miscela contenente fra i cereali almeno il 51% di mais, poi orzo maltato, segale o frumento. I bourbon sono invecchiati per legge almeno 2 anni in botti di quercia mai utilizzate prima. Il risultato si traduce in distillati con sfumature di vaniglia e caramello, dovute all’invecchiamento in legno.
Il Tennessee Whiskey viene prodotto principalmente con mais in compagnia di segale, orzo e avena. Una caratteristica importante è che fine distillazione, avviene la filtrazione attraverso uno spesso strato di carbone di acero bianco del Tennessee. Il risultato è un prodotto estremamente morbido con una gradevole nota affumicata.
Il Rye Whiskey ha all’interno un altissimo contenuto di segale, almeno il 51%. Il prodotto finale è caratterizzato da un aroma molto erbaceo e gusto amarognolo.

Whiskey Canadese
Il Canada produce il Whiskey utilizzando la segale per la maggior parte, ma contiene anche orzo e granoturco. A differenza di tutti gli altri whiskey descritti, quello canadese viene miscelato al termine della distillazione. Successivamente avviene l’invecchiamento in botti di rovere, dai 4 ai 6 anni. Il risultato è un distillato morbido, “facile”, dalla gradazione bassa, meno del 40% per il mercato canadese, intorno ai 43% per l’estero.

 Whisky Giapponese
Come avevamo accennato anche in Giappone esiste la denominazione Whisky. Nonostante prodotti a migliaia di chilometri di distanza, il clima è molto simile tra questi due paesi ciò comporta un distillato finale simile.
Il whisky giapponese segue fedelmente il disciplinare scozzese, con un’unica differenza che sta nel consumo, proprio nell’uso del ghiaccio. In Giappone il whisky si beve con l’acqua calda d’inverno e con l’acqua fredda d’estate.

Qualche piccolo consiglio per una corretta degustazione…


Il whiskey bevuto liscio e a temperatura d’ambiente resta piuttosto chiuso e il primo sentore che arriva al naso è quello alcolico.
Un buon consiglio per gustare al meglio questo pregiato distillato è con un bicchiere di acqua fresca, alternando un sorso di whisky e uno di acqua. Questo toglie l’effetto anestetizzante dell’alcol perché l’acqua prepara i ricettori gustativi e olfattivi a un nuovo sorso.

C’è poi chi osa di più, aggiungendo qualche goccia d’acqua direttamente nel whiskey. Si può fare, ma attenzione!!! Non usare mai un’acqua frizzante oppure particolarmente ricca di minerali (soprattutto ricca di calcio o bicarbonati), così come quella del nostro rubinetto di casa, particolarmente ricca di cloro. Il miglior modo per diluire il whiskey è utilizzando acqua con le stesse o con caratteristiche organolettiche simili all’acqua usata in distilleria, o in alternativa, usare l’acqua più povera di minerali possibile.

 

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