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I METODI DI SPUMANTIZZAZIONE: METODO CHARMAT (PARTE 3)

I METODI DI SPUMANTIZZAZIONE: METODO CHARMAT (PARTE 3)

I METODI DI SPUMANTIZZAZIONE: METODO CHARMAT (PARTE 3)

Il metodo Charmat o Martinotti, questo metodo ha lo scopo di “snellire” il processo produttivo rispetto a quelli fin qui visti (vedi metodo classico e metodo tradizionale) e permettere una maggiore produzione di bottiglie ad un prezzo più contenuto. Questo metodo prende il nome dai suoi due ideatori che sono l’italiano Martinotti, che intorno al 1895 creò e brevettò il processo produttivo, e il francese Charmat che successivamente brevettò l’attrezzatura e ne migliorò la tecnica.

Per la produzione di questo spumante si parte sempre da una cuvée di vini base che subiscono una prima fermentazione rapida, circa una ventina di giorni, all’interno di autoclavi in acciaio inox a temperatura controllata e a tenuta stagna.

 

Dopodiché  subisce una filtrazione in ambiente isobarico, onde evitare perdite di anidride carbonica, per una seconda fermentazione (rifermentazione) in cui vengono aggiunti anche gli zuccheri e i lieviti necessari. Contrariamente a quello che avviene per il metodo classico, nel quale gli zuccheri e i lieviti vengono aggiunti all’interno di ogni singola bottiglia in una quantità prestabilita qui vengono aggiunti tutti assieme. 

 

La durata di questa fase può variare da un minimo di 1 mese ad un massimo di 6 mesi, poiché non c’è bisogno di cercare il contatto troppo prolungato con i lieviti che porterebbe a snaturare il carattere tipico delle uve utilizzate.

 

Terminata la fase di rifermentazione si filtra e chiarifica lo spumante attraverso la refrigerazione in ambiente isobarico (in assenza di ossigeno) per non avere dispersioni di anidride carbonica ed evitare eventuali ossidazioni del vino. Prima del dosaggio e dell’imbottigliamento finale si esegue un’ulteriore filtrazione al fine di eliminare gli ultimi sedimenti. Per il processo di tappatura possono essere utilizzati sia i più prestigiosi tappi di sughero, come nel metodo classico, ma anche dei più semplici tappi di plastica, in quanto il prodotto viene consumato in breve tempo.

Il metodo Charmat si adatta bene a produrre spumanti che mantengano i sentori aromatici e fruttati dei vitigni utilizzati, solitamente hanno un colore più tenue e tendono e tendente al verdolino anziché al dorato, con profumi più fragranti, freschi e meno strutturati di quelli espressi da un buon metodo classico.

In Italia è utilizzato principalmente per la produzione di Asti spumante e Prosecco realizzati nelle regioni di Veneto e Piemonte.

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