In origine la grappa era considerata un’acquavite destinata al popolo poiché veniva prodotta da ciò che rimaneva dal vino o dal distillato di quest’ultimo, ossia le bucce, i semi e i raspi d’uva.
La prima tecnica di distillazione di grappa o acquavite risale al XII secolo, ma fu con l’introduzione della refrigerazione ad acqua negli alambicchi, nel periodo compreso tra il XIII secolo e il XIV secolo, che nasce la vera distillazione della grappa.
Nel tempo l’immagine di questo distillato cambiò notevolmente, da distillato povero e destinato al popolo nel tempo acquistò prestigio fino a diventare un prodotto d’élite.
Inizialmente esisteva un solo tipo di grappa, ovvero la classica grappa bianca frutto della distillazione di vinacce miste, ma fu a partire dal secondo dopoguerra quando l’Italia ebbe il momento di maggior sviluppo economico che gli italiani iniziarono a cambiare sia il proprio stile vita che i gusti e di conseguenza anche il modo di concepire questo distillato che col tempo iniziò a diventare qualcosa che va oltre al piacere di bere fino a diventare quasi un rito. Oggi la grappa viene classificata sia in base all'affinamento e/o alle lavorazioni che seguono la distillazione sia in base alle vinacce dalle quali sono distillate.
GRAPPA GIOVANE: Si parla di grappa giovane quando al termine del processo di distillazione e dopo un periodo di “riposo” viene trasferita in recipienti di acciaio o vetro senza passaggio in legno.
GRAPPA GIOVANE AROMATICA: Segue la stessa lavorazione della grappa giovane ma le vinacce da cui si ottiene appartengono a uve provenienti da vitigni aromatici o semi aromatici quali: Gewürztraminer, Moscato e Brachetto.
GRAPPA INVECCHIATA IN LEGNO O BARRICATA: In questo caso la grappa viene imbottigliata dopo un periodo di affinamento in botti di legno di almeno 12 mesi. Le sue caratteristiche variano a seconda del tipo e del volume dei contenitori di legno che ne modellano colore, profumo e sapore. Nel caso in cui la grappa viene lasciata riposare nelle barrique (botti in rovere francese da 225 – 228 litri) la legge prevede che si possa chiamare Grappa barrique o barricata. Nelle invecchiate prevalgono profumi dolciastri di vaniglia e frutta appassita.
GRAPPA INVECCHIATA: Questa denominazione è definita dalla legge e deve avere un periodo di riposo in botti di legno compreso tra i 12 e 18 mesi: tempo certificato dai controlli dell’Agenzia delle Dogane. Anche per la grappa invecchiata colore, profumo e sapore variano a seconda del tipo di legno utilizzato e del volume dei contenitori.
GRAPPA RISERVA O STRAVECCHIA: Come nel caso precedente anche questa denominazione è definita dalla legge italiana e certificata dai controlli dell’Agenzia delle Dogane. Il periodo minimo di affinamento è 18 mesi e risulta evidente anche qui l’influenza delle caratteristiche del legno sul gusto finale del prodotto generalmente morbido e delicato, ma in ragione del lungo periodo di permanenza in botte spesso si raggiungono note di tabacco e speziate fino ad arrivare, nei casi di invecchiamenti superiori a 30 anni avvenuti in diverse tipologie di botti, ad aromi come quelli di pepe, chiodi di garofano, miele o frutta matura.
GRAPPA AROMATIZZATA: Si tratta generalmente di grappa giovane, da confondere però con la grappa aromatica poiché si ottiene con l’aggiunta per infusione di principi aromatizzanti vegetali naturali come erbe officinali, aromatiche o piccoli frutti che inevitabilmente conferiscono una particolare colorazione e profumazione.
Un’ultima classificazione delle grappe avviene anche base al tipo di vinacce da cui sono distillate:
GRAPPA DI MONOVITIGNO: si definisce con questo termine la grappa ottenuta da una singola varietà di vinaccia, quindi con un’identità organolettica ben definita.
GRAPPA PLURIVITIGNO: in questo caso la la grappa ottenuta contiene percentuali diverse di più varietà di vinacce, dove profumi, aromi e sapori sono più vari e meno monotematici.
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